Bambini e adolescenti

Pillole di psicologia: Marco in DAD

Quando la Didattica a Distanza (DaD) diventa obbligo, Marco, adolescente rappresentativo di tanti altri, desiderosi di contatti e scambi che favoriscano il confronto con se stessi, i coetanei e il corpo insegnante, è solo nella sua stanza di fronte allo schermo del suo PC. La relazione col reale, all’improvviso virtuale, lentamente si sfilaccia e perde di senso così come le lezioni on line, le relazioni con insegnati e compagni di classe. Il confronto tra pari alla base dei movimenti evolutivi, all’improvviso svuotato della sua sostanza, cede il passo alla noia e al senso d’impotenza in quell’irreale e mortifero senso di sospensione. Forzatamente isolata e sospesa tra illusione e delusione, la sua mente diventa ostaggio dei fantasmi prepuberali legati alla passività.


Pillole di psicologia: Marco in DAD

Marco in DAD

 

di Laura Cavaliere

 

Marco, nome di fantasia ha 17 anni, ha iniziato il liceo con l’entusiasmo e i timori che accompagnano tutti i passaggi evolutivi più significativi per un giovane ragazzo. Ha frequentato le scuole medie con un buon profitto, anche se riservato e un po’ timido. E’ settembre del 2019 ma da lì a poco la sua scuola, come le scuole di tutta Italia, alternano lunghi periodi di DAD (Didattica a Distanza), a periodi di ripresa della frequenza in presenza. Le iniziali difficoltà di Marco nel passaggio dalle scuole di primo a quelle di secondo grado delle superiori, non si evidenziano in modo chiaro: Marco non ha la possibilità di un confronto continuativo con il proprio corpo insegnante, ne’ può confrontarsi con i suoi coetanei. Il rapporto con il mondo dei propri coetanei e con le nuove figure di riferimento del mondo adulto è sospeso e filtrato da strumenti a “distanza”. Viene così fortemente inficiato quel processo di “ scoperta di nuove identificazioni, fedeltà e intimità, al di fuori dell'abituale dipendenze familiari” (Blos pg. 89), tipico dell’adolescenza. Attraverso le lezioni online è più facile nascondere la noia, lo scarso investimento, la non comprensione di ciò che si sta portando avanti nel programma. Quando si alterna la DAD alle lezioni in presenza, Marco inizia a rifiutare di tornare a scuola, affermando che preferisce seguire le lezioni unicamente in remoto. Ma anche queste a poco a poco vengono disertate. Con il venir meno delle esperienze con i propri coetanei, nuovo ed essenziale contenimento per un adolescente, tornano a dominare fantasmi prepuberali legati alla passività. Così le difese di Marco vanno ad accentuarsi e il gap tra lui e il resto della classe aumenta. Si rinchiude in uno studio solitario, illudendosi che può portare avanti il programma da solo. Ma a proposito di illusione, anche lui (come forse tutti noi), d’altra parte, sta facendo i conti con una delusione. La delusione di una società che credeva forte e capace di proteggerlo da qualsiasi evento catastrofico. Ma attorno a lui c'è disorientamento ed impotenza, verso un qualcosa del tutto nuovo: “la pandemia”. Spesso in questo periodo abbiamo sentito paragonare la pandemia ad una guerra. Freud (1915), in Considerazioni attuali sulla guerra e la morte, ricorda che tra “i fattori che sono responsabili della miseria spirituale in cui è piombato chi è rimasto a casa….è la delusione”. In questa esperienza di assenza di schermo protettivo, da parte di una società che di volta in volta promette uscite dalla crisi che di fatto non avvengono, forse si riattivano in lui vissuti di antiche carenze ambientali. Così Marco evidenzia in questa fase del suo sviluppo, una fragilità fino a quel momento sconosciuta. A poco a poco si rinchiude nella sua stanza, nell’illusione di poter dominare così il suo mondo e il suo tempo, dove tutto si altera e dove nessuno può entrare. Trascorre la maggior parte del suo tempo immerso nella visione di film della Marvel Cinematic Universe, interesse che condivide (sempre virtualmente) con la sorella maggiore. Da tutto ciò è profondamente appagato. Super Eroi di mondi fantastici, dove il bene domina sempre sul male, attraverso iperbolici poteri extraterrestri. Cahn sottolinea il ruolo della “patologia narcisistica e delle angosce di annientamento che la sottende” (Cahn , 1998, pg 30), in quei quadri adolescenziali che sempre lo stesso autore definisce “ad un vicolo cieco dello sviluppo”. Alla fine Marco perde l'anno scolastico. Arriva l’estate e la tensione si allenta. Riprende una limitata vita sociale e convince sé stesso e i suoi genitori, che con il nuovo anno tutto sarà diverso. Riprende la scuola. Marco di nuovo vede alternarsi brevi periodi di DAD a periodi di frequenza; lo scenario e le modalità si ripetono. Frequenza sempre più irregolare sia in DAD che in presenza, anche perchè ora c’è ancora più forte il vissuto fallimentare dell’anno perso, fino a quando di nuovo non sospende definitivamente. I suoi ritmi sonno-veglia tornano ad essere alterati; dorme quando la città è viva e in movimento, ed è sveglio quando tutto il resto attorno a lui tace. Ma improvvisamente c’è un evento che rivoluziona lo sviluppo di questa situazione. Attraverso il padre è venuto a conoscenza di una scuola privata che è strutturata come una Università online: si possono recuperare gli anni persi, non c’è regolarità di lezioni, ma si fanno saltuarie verifiche in remoto. Lui è entusiasta; è convinto che questa volta può farcela. Finalmente il mondo immaginario che si è costruito nella sua stanza, può diventare realtà. Un mondo dove si può evitare di fare i conti con i propri fallimenti, con le proprie illusionidelusioni, dove si vive in solitudine le trasformazioni e il rimaneggiamento del corpo e della propria psiche, in assenza di nuove alleanze e di nuove esperienze con i propri coetanei, e con nuove figure adulte identitarie. Il percorso si potrebbe ripetere: nuove illusioni seguite da delusioni, chiuso in un vicolo cieco, almeno che Marco e i suoi genitori chiederanno di essere aiutati . Ragazzi come Marco sono sempre più numerosi nei Servizi territoriali di Neupsichiatria Infantile e nei nostri studi. Possiamo fare molto per loro, ma credo che sia importante che in contemporanea anche la scuola e la società tutta torni ad essere più credibile e consapevole del ruolo di agente facilitante del sano sviluppo di un giovane adolescente.



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