Bambini e adolescenti

La scuola è viva: una riflessione sulle potenzialità delle occupazioni scolastiche

Le occupazioni come una boccata d’ossigeno in un panorama asfittico. Dopo il Covid-19 e le privazioni subite, gli studenti sperimentano la necessità di un corpo collettivo: occorre valorizzare e arricchire di senso questi “laboratori viventi”, occasioni di interrogativi, responsabilità e crescita


La scuola è viva: una riflessione sulle potenzialità delle occupazioni scolastiche

di Fabrizio Rocchetto[1]

 

Il periodo del liceo “occupa” ancora anni unici e irripetibili della vita delle persone nella nostra società e cultura che culmina, come viene efficacemente rappresentato, nella canzone “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti. Le coordinate geografiche (Psiche, 2008) contribuiscono a caratterizzare il momento evolutivo del singolo adolescente nella specificità del suo ambiente affettivo/familiare. Anche quest’anno – 2021/2022 – si sono diffuse a macchia di leopardo le occupazioni nelle scuole pubbliche “medie superiori”. Le scuole private ovviamente non prevedono lo svolgimento delle occupazioni studentesche ma non perché non sia diffuso anche in quegli ambienti il desiderio degli alunni di protestare e approfondire temi di attualità rispetto ai programmi istituzionali. La vulgata vuole che l’occupazione sia una perdita di tempo, un’occasione per saltare la lezione – “bigiare”, “fare sega” ogni dialetto ha la sua espressione – un atto concesso agli studenti in un periodo che, se non sarà memorabile resterà comunque nella memoria: “Chiunque abbia concluso con l’esame di maturità i suoi studi si lamenta dell’ostinazione con cui è perseguitato dal sogno angoscioso di essere respinto, di dover ripetere un anno, eccetera” (Freud, 1989, p. 254). Qualcosa però forse sta cambiando ed è già cambiato e nonostante le limitazioni sociali imposte dal Covid-19 le occupazioni sono state “in presenza”, gli studenti hanno avuto bisogno di dire “noi ci siamo!”. Per gli adolescenti in modo diverso rispetto ai bambini, la deprivazione della “fisicità” imposta dal Covid-19 – lo sviluppo sessuale puberale rappresenta uno spartiacque tra infanzia e adolescenza - lascerà un segno nella loro vita. Gli adolescenti hanno bisogno più che in passato, di essere ascoltati e di ricevere risposte dal mondo adulto rispetto ad un mondo veloce che lascia indietro chi non è pronto. Le occupazioni scolastiche non sono perdite di tempo, o pretesti per non studiare, sono “laboratori” nei quali gli studenti cercano di discutere e porre domande, ottenere risposte. Come nelle realtà del mondo adulto si sono verificati episodi di danneggiamento e incuria degli edifici scolastici, differentemente le occupazioni sono state prevalentemente occasioni di responsabilità e crescita: andrebbero valorizzate. Ai giovani viene chiesto nel processo maturativo di raggiungere una capacità di preoccuparsi in modo responsabile. Ma sulla base di quale modello adulto? Chi sono gli interlocutori? A quali domande ottengono risposte? Le occupazioni si svolgono in un clima civile e tollerante anche se di fatto sono illegali. Le occupazioni continuano ad esprimere il malessere di una fascia d’età i cui bisogni non vengono sufficientemente considerati.

 

Bibliografia

Freud S. (1899). L’interpretazione dei sogni. Boringhieri, OSF 3, Milano, 1967.

Psiche (2008). Geografie della psicoanalisi. Il Saggiatore, Milano

 

 

[1] Psicologo, Socio Ordinario del Centro Psicoanalitico di Roma e membro del gruppo B/A



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